Patto
Città Consapevole
Incontro
del 13 febbraio 14
Presenti:
Agostino
Nobile, Sergio Piovesan, Alberto Madricardo (Nemus, SFI), Guia Varotto, Anna
Ruocco, Alberta Boccato
Associazioni
presenti: Maria Voltolina (Granello di Senape), Stefano Torcellan e Marina Maruzzi (UAAR), Michele Penzo (Coop.
Contatto), Gian Enrico Perdibon (Ass. Italo-Russa), Cesare Peris (Società di
Mutuo Soccorso), Bianca Varisco (Metabolè), Maria Teresa Sega (rEsistenze –
Iveser), Stefania Bertelli (Amici della Scoleta dei Calegheri)
Municipalità:
Giorgio Tommasi
Presiede
Sergio Piovesan che ricorda l'ordine del giorno e invita Guia Varotto a
relazionare sulla situazione finanziaria del Patto.
A
seguito del versamento della quota associativa delle varie associazioni si è
arrivati ad avere in cassa € 540, le spese sostenute (domanda spazi pubblici,
bolli, acquisizione dominio) sono state di € 210, e dopo il pagamento del
rinnovo dominio ci sono attualmente in cassa € 298.
Agostino
Nobile informa sulle prospettive di collaborazione con la Municipalità, che
riguardano la possibilità di gestire il luogo Scoleta dei Calegheri nei giorni
di martedì e giovedì e sottolinea l'importanza della collaborazione da parte
delle varie Associazioni. Ricorda anche la richiesta della Municipalità di
costituire un soggetto giuridico che possa fungere da interlocutore legalmente
valido.
Alberto
Madricardo informa sul progetto “laboratorio”. La proposta di gestire lo spazio
viene incontro a un'esigenza di sviluppo del Patto, che si ripropone di
accrescere la coscienza di essere parte della Città. Il Festival ha
rappresentato un momento quantitativo, il laboratorio vorrebbe porsi come
momento qualitativo, per sviluppare una collaborazione meno transitoria tra
associazioni. Funzionerebbe per moduli, e associazioni o singoli individui che
condividono un determinato settore di interesse si farebbero carico di un
modulo costituito da otto ore, per offrire una panoramica del settore,
presentare programmi e proposte, per arrivare a un momento di sintesi e alla
formulazione di eventuali richieste alle Istituzioni. Il laboratorio servirebbe
a mettere in evidenza anche i retroscena delle associazioni, a identificare i
fini per i quali operano, creando occasioni di sinergia e di confronto, e anche
di dibattito con i cittadini. Il Patto provvederà a pubblicare sul sito
programmi e proposte. Si può pensare di organizzare un paio di moduli prima
delle vacanze estive. Sarebbe interessante anche avere l'intervento di esperti
per arrivare a un inventario della situazione,
a evidenziare i problemi profondi del settore.
L'attuazione
del “laboratorio” costituirebbe un salto qualitativo, che permetterebbe di
crescere di spessore passando da un attivismo spontaneo a una fase riflessiva,
a una contestualizzazione.
Dei
due giorni a disposizione il martedì potrebbe continuare ad essere dedicato
alla presentazione di libri, a conferenze, e il giovedì all'attuazione dei
moduli.
Maria
Teresa Sega sottolinea che il “laboratorio” diventa un luogo dove pensare e
discutere sulla città, promuovere progetti, stabilire canali con le altre
associazioni, ma può funzionare solo se ci si attiva tutti.
Seguono
interventi vari sull'opportunità e gli adempimenti conseguenti della
costituzione di un soggetto giuridico, che sarebbe lo strumento tecnico per
gestire gli spazi, l'interfaccia con le Istituzioni.
Interviene
Cesare Peris ricordando che la sua Società mette a disposizione un'eventuale
copertura finanziaria per le spese da sostenere, e evidenzia ruoli e
responsabilità del Patto e dell'eventuale costituendo ente giuridico. Secondo
Alberto Madricardo il Patto avrebbe una funzione di supporto, fungerebbe da
incubatore (pubblicità, mailing list, sito, ecc.).
Interviene
Michele Penzo che afferma che si tratterebbe di perdere un pezzetto della
propria identità, per aderire – in rete – a un'altra identità comune, creando
una solida base condivisa, con regole precise.
Interviene
Giorgio Tommasi spiegando come è nata la proposta della Municipalità,
consistente nel mettere a disposizione uno spazio fisico per la promozione
della cultura nella Città. Non serve spogliarsi della propria identità, ma si
tratta di mettere del proprio dentro un contenitore comune. Da un punto di vista
tecnico, poiché lo spazio viene concesso gratuitamente, la cosa va motivata al
settore amministrativo come promozione culturale. Sostiene che è opportuno
avere un referente, un coordinamento, al di fuori della gestione dello spazio,
che collabori alla promozione della cultura nella Città. La Municipalità può
anche coordinare la pubblicità degli eventi, purché segnalati per tempo.
Propone
un periodo sperimentale (6-8 mesi). Insiste sulla necessità che vi sia un
referente, anche se sarebbe preferibile un soggetto giuridico.
Si
decide di attuare una fase sperimentale con due moduli prima dell'estate, e di
presentare un programma di iniziative da realizzare alla Scoleta.
Stefania
Bertelli gestirà la normalità del luogo Scoleta, Anna Ruocco sarà la referente
per il Patto.
Si
invita Michele Penzo, di Contatto, che segnala di avere già delineato un
possibile modulo, a inviarlo ad Alberto Madricardo.