mercoledì 30 ottobre 2013

Verbale dell'incontro del gruppo promotore PATTO CITTÂ CONSAPEVOLE del 28 ottobre 2013



Verbale dell'incontro del gruppo promotore
PATTO CITTÂ CONSAPEVOLE
del 28 ottobre 2013

Presenti: Agostino Nobile, Federico Corda, M.Teresa Sega (rEsistenze), Guido Sattin, Guia Varotto, Alberto Madricardo, Cesare Peris (Società di Mutuo Soccorso), Anna Ruocco, Alberta Boccato

M.Teresa Sega porta informazioni sulla proposta di Giorgio Tommasi relativa all'estensione degli attuali “gruppi di lavoro delle biblioteche” a “gruppi di promozione culturale” e suggerisce di non lasciar cadere la proposta in quanto, avendo la Municipalità come sponda istituzionale, ci può essere la possibilità di gestire degli spazi.
Agostino porta a conoscenza delle considerazioni di Sergio sul Festival e sulla strutturazione del Patto Città Consapevole. Secondo Sergio molti vedono ancora la rete come organizzatrice di eventi; l'approccio in terraferma non ha avuto molto successo in quanto mancava un impegno da parte delle associazioni locali. L'Info Point a San Tomà è stato nuovamente a carico solo di poche persone. La stampa è stata quasi completamente assente malgrado i comunicati stampa puntualmente forniti. Ritiene infine necessario assumere una veste giuridica per i contatti con le istituzioni. Anche Agostino si dichiara favorevole a una struttura giuridica.
Alberto fa delle considerazioni asserendo che è finita la prima fase, che peraltro continuerà come esplorazione del territorio, ma è stato circoscritto un perimetro, e questa formulazione da un punto di vista qualitativo non può dare molto, di qui la necessità di fare delle proposte coinvolgenti alle associazioni. Compito del Patto è quello di operare tutto l'anno, stabilendo le direttrici di un'attività che poi culmina nel Festival.
Per il Festival si potrebbe prevedere un numero di giorni più ristretto. Seguono interventi sul fatto di tenere il Festival in un'unica sede, magari simbolica (es. Arsenale) o distribuire gli eventi in varie localizzazioni.
Si ritorna a considerare l'opportunità che il Patto abbia una struttura giuridica, questo consentirebbe di avere un potere contrattuale per disporre di spazi.
Alberto propone di prendere in considerazione i seguenti punti:
sviluppo sito
rapporto con le Istituzioni locali
rapporto con le Istituzioni internazionali presenti a Venezia
definizione di una linea di ricerca incentrata sulla ricostruzione sociale e democratica della città
riformulazione dell'idea di Festival.
Guido informa che le attività, interne e esterne, che hanno riguardato il Circolo ARCI Franca Trentin hanno avuto buon esito. È contrario al fatto di darsi una struttura giuridica in quanto la natura del Patto è una rete di associazioni, fatta di tanti nodi collegati insieme, e anche alla centralizzazione del Festival, dato che rappresenta la città che vive; alcune associazioni utilizzano il Festival come vetrina per lanciare l'inizio dell'attività associativa. È anche contrario a considerare la stampa come elemento di risonanza delle attività.
Interviene M.Teresa Sega dicendo che non serve creare un contenitore in cui ciascuno fa le cose che fa sempre con i propri utenti, quando il senso è quello di fare rete. La disponibilità di una sede permetterebbe di programmare eventi in tutto l'arco dell'anno. Suggerisce di darsi dei temi.
Federico ricorda le difficoltà incontrate nelle attività in cui era coinvolto e suggerisce di utilizzare la casa del cinema per le future proiezioni per evitare problemi burocratici e pratici.
Guia ritiene che non si debba ignorare la proposta di Tommasi, di cui però si devono chiarire le implicazioni. Il Patto dovrebbe non solo produrre il Festival, ma creare azioni che aiutino le associazioni a costruire il momento del Festival, che non può essere solo una vetrina, ma fornire qualcosa in più.
Segue un intervento di Cesare Peris sulle modalità associative. Pensa anche lui che sia difficile esportare l'iniziativa e ritiene importante rimanere concentrati su quello che ci si è proposti di fare. Ribadisce la disponibilità della sua associazione a stanziare dei fondi per supportare le iniziative.
M.Teresa Sega ricorda che le problematiche del centro storico sono diverse, e che è necessario produrre un'idea città, avanzando proposte, stimolando la politica in modo da porre un argine alla morte di Venezia.
Alberto afferma che ci si deve concentrare sulle proposte da presentare all'assemblea delle associazioni, presentando un calendario annuale (modificabile) che sfoci nel Festival. Stiamo assistendo a una debacle della democrazia e allo schiacciamento delle dinamiche locali da parte di quelle globali, dinamiche che marginalizzano e distruggono anche altrove.
Come Nemus, propone un convegno su la ricostruzione della località nello spazio globale”.
Va rafforzata la società civile in modo da incalzare la politica, le modalità vanno individuate ed è importante creare condizioni di dialogo orizzontale.
Propone che ciascuno stili una scaletta di programma per questo prossimo anno, ricercando un filo conduttore unico.
Guido propone di mandare con l'invito anche il testo del Patto, che va tenuto presente.
Il sito deve diventare strumento strategico, piazza di informazioni che riguardano la città.
Gli eventi che hanno luogo durante l'anno possono essere pubblicizzati dalle associazioni aderenti con il logo, che dà un valore aggiunto.

lunedì 7 ottobre 2013

Verbale dell'incontro del 6 ottobre 13 con le associazioni - Giornata finale del Festival Venezia Città Consapevole



Verbale dell'incontro del 6 ottobre 13 con le associazioni
Giornata finale del Festival Venezia Città Consapevole

Presenti:
Comune di Venezia: Tiziana Agostini
Municipalità: Erminio Viero, Giorgio Tommasi
Comitato organizzatore
Associazioni presenti (identificate): Nemus, Trekking Italia, Barchetta blu, Coro Marmolada, Associazione Internazionale Yoga, rEsistenze, UAAR, Circolo ARCI Franca Trentin, Società Italo-Russa, Circolo scacchistico E. Canal

Si inizia l'incontro con gli interventi di Guido Sattin e Alberto Madricardo del Comitato Organizzatore.  Viene illustrato il significato dell'iniziativa rilevando l'importanza di aver dato l'avvio a una vita associativa. Si è trattato di un'esperienza ambiziosa volta a creare un processo di coesione, a costituire una società civile soggetto del territorio, a promuovere la consapevolezza di far parte di un'unica realtà in un'epoca che tende alla frammentazione del territorio con progetti stabiliti da fuori della realtà locale. L'intento è quello di scoprire un'identità comune sul territorio, di definire un concreto rapporto con le Istituzioni locali e le altre grandi Istituzioni presenti sul territorio, ricercando un'occasione preziosa di collaborazione. Va ricercata una contestualizzazione in modo che le attività possano inserirsi in quel contesto comune che è la città.
Si fa presente anche che un altro contributo importante la rete lo potrà dare nel contesto dell'Arsenale.
Guia Varotto ricorda che la Rete non è un soggetto giuridico, il che ha costituito  a volte un problema nei contatti con le Istituzioni. Si dibatte brevemente sull'opportunità di creare un'associazione capofila. Introduce anche la possibilità che Venezia diventi nel 2019 capitale culturale europea per un anno in quanto ha le caratteristiche indicate per tale nomina dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo data la innegabile dimensione europea della città.
Segue un in intervento di Agostino Nobile che sottolinea l'importanza del fare insieme cose diverse e i risultati notevoli ottenuti sia pure con i pochi mezzi a disposizione.
Sergio Piovesan solleva le problematiche condivise delle associazioni quali la contabilità e i problemi fiscali per le quali trovare una possibile soluzione comune. Interviene in proposito Gianni Zennaro (Presidente Coro Marmolada)
che auspica di trovare un filo conduttore per tutte le associazioni, anche se le esigenze sono diversificate. Propone di raccogliere tutte le problematiche e mettere in piedi un'associazione che aiuti a risolverle.
Segue un intervento di Giorgio Tommasi, Vicepresidente della Municipalità, che ricorda come a volte ci si muova in maniera disarticolata, ignorando delle regole che però devono essere rispettate. Informa che la Municipalità ha istituito dei gruppi di lavoro sulle biblioteche e propone di spostare l'asse sulla promozione della cultura in città.
Propone anche di trovare una sede per il Patto Venezia Città Consapevole.
Antonio Rosino evidenzia che il Festival è un inizio di attività sportivo-culturali, ma manca un aiuto pubblico, e la mancanza di finanziamenti e sponsorizzazioni costringe a ridurre le attività.
Interviene la rappresentante dell'Associazione di Promozione Culturale Lilith di Murano che si occupa di eventi collaterali della Biennale e di eventi musicali.
L'Assessora Tiziana Agostini esprime il suo apprezzamento per le attività del Patto e la voglia di fare in città. La forza del progetto sta nel fare in modo che ciascuno si faccia carico del suo pezzo di responsabilità. Ricorda che si hanno davanti circa venti anni per riuscire a mantenere Venezia in quanto tale e assumersi la responsabilità di trasmettere alle generazioni future i saperi patrimoniali della città, contrastando il rischio di veder cancellata la civiltà veneziana dei mestieri, delle professioni, la sua specificità. Vanno individuate e raccolte insieme le attività che costituiscono saperi intangibili e ricorda la Convenzione di Faro promossa dal Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale invitando a sentire la responsabilità del momento.
Interviene il Presidente della Municipalità Viero affermando che la rassegnazione legata ai problemi economici del momento attuale rischia di far perdere la propria identità. Ma la comune volontà degli abitanti e la coscienza collettiva vogliono opporsi a questa deriva salvaguardando le memorie e proiettandosi nel futuro tramite la progettazione di eventi quali il Festival. E in tale contesto va individuata la cifra dell'impegno della Municipalità a sperimentare connessioni inedite e nuove sinergie.
La rappresentante di rEsistenze ricorda che il problema è il turismo di massa e la voglia dei cittadini che Venezia continui ad essere città viva e non albergo diffuso, teatro di una moltiplicazione di attività per i turisti.
Alberto Madricardo conclude la riunione dicendo che siamo obbligati a pensare a soluzioni per sopravvivere come città, per impedire che Venezia venga sfilata ai suoi cittadini.