giovedì 29 marzo 2012

Riunione “Patto Città Consapevole” - 26 marzo 2012


Riunione “Patto Città Consapevole
Presso Sala S. Leonardo, 26 marzo 2012 - ore 18,00

Introduce Cino Casson, che fa l’appello delle Associazioni partecipanti e invita quelle che sono presenti per la prima volta a lasciare il proprio recapito. Ringrazia l’assessora Agostini per la sua presenza e per aver facilitato la pubblicazione del notiziario. Rileva che a Venezia, oltre alle molte associazioni nazionali e internazionali presenti sul territorio, ve ne sono altre che rivolgono la loro attività in particolare al cittadino veneziano, si tratta pertanto di produrre cultura legata alla specificità del territorio, facendo emergere il valore di attività poco note. La sigla “Città Consapevole” vuole esprimere il significato dell’iniziativa, diventare consapevoli della coesistenza di soggetti che possono operare in sinergia, produrre insieme, dare espressione alla vivacità culturale del territorio.
Alberto Madricardo presenta l’iniziativa. Rileva che vi è nella città una realtà non adeguatamente valorizzata, né esplicitata come realtà che può essere di rilevanza strategica per la comunità. Coesistono molteplici attività, competenze, interessi, che spaziano negli ambiti più diversi, ed è importante che questa ricchezza si condensi perché si possa interloquire a un livello più elevato, va trovata una cornice che metta insieme i vari soggetti, in modo da fare insieme cose diverse per evidenziare questa realtà.
Pur facendo cose diverse ci si può contestualizzare di più, trovare un comune denominatore, rivolgere questa effervescenza verso un dentro comune, far emergere il senso di identità del territorio, capace di interloquire e di proporre soluzioni, facendo sentire la propria presenza per costruire qualcosa insieme, creando una coscienza collettiva. Ogni associazione deve contestualizzarsi affermando con maggiore consapevolezza i suoi interessi specifici. È essenziale cominciare a definire una cornice comune.
Francesco Maccaluso. Fa una riflessione sulla definizione di cornice. Si stanno cercando buone motivazioni per creare un nuovo legame sociale tra cittadini. Deve passare la comunicazione, si devono condividere elementi. Ciascuno partendo dalla propria passione e sentendo il bisogno di associarsi, ha contribuito all’espansione della cerchia di appartenenza, e non solo in senso orizzontale, ma partecipando anche a un processo di verticalizzazione: creando legami, relazioni con l’esterno si costituisce un punto di incrocio, luogo ideale da cui poter osservare una realtà diversa.
Osserva che vi è una crisi di identità di ruolo della città, un distacco dalla vita sociale, non si vive con passione il luogo di appartenenza nella sua pienezza, va ripensata un’identità comune, ricostituito il senso di appartenenza alla città.
Guido Sattin. Spiega l’iniziativa Festival della cultura del territorio per il territorio. Il centro della cornice proposta è costituito dall’idea di uscire allo scoperto e fare insieme cose diverse. Per il Festival ciascuna associazione può proporre delle attività, e eventualmente mettere a disposizione la propria sede.
La rete è aperta anche a singoli individui, che possono suggerire come rendere più concreta e operativa l’iniziativa.
Tiziana Agostini. Dice di aver accolto con entusiasmo l’dea del progetto e che il Comune è il luogo dove si fa la sintesi della volontà della cittadinanza. Va preservato un certo modo di vivere che si è determinato nella città, la forte propensione socializzante, un’identità che non fa sentire nessuno estraneo a Venezia. La cultura qui continua ad essere un valore quotidiano, e per preservarlo ci deve essere una cittadinanza attiva.
Il Patto raggruppa un insieme consapevole di associazioni, che rappresenta un momento di aggregazione forte, ma soprattutto la volontà di fare insieme cose diverse.
L’iniziativa ha la sua identità nella città d’acqua, nella parte storica.
L’amministrazione ha preso l’impegno di provvedere alla stampa del bollettino. Possono essere offerti piccoli o grandi servizi, come ad esempio trovare luoghi di incontro, e anche un luogo informatore nel sito del Comune.
Franco Ferrari – UAAR. Esplicita il paradosso che Venezia sta vivendo culturalmente un momento esplosivo, quindi non c’è il problema della produzione culturale, ma dell’utenza. Su particolari tematiche vi è molta adesione, si tratta di vedere come allargare la partecipazione. Si dichiara d’accordo sulle iniziative del Patto e del Festival.
Catia – UAAR. Intendeva che nel progetto fosse incluso anche il territorio mestrino. Va espansa la rete delle associazioni, rendendone nota la specificità e favorendo le collaborazioni.
Sarebbe opportuno trovare spazi in maniera meno difficoltosa per portare avanti le attività e condividere persone, conoscenze, proposte.
Giorgio Piacentini – Coro Serenissima. Ribadisce che è molto difficoltoso trovare una sede per il canto veneziano. Nel coro si ricordano episodi della vita veneziana e il coro partecipa a manifestazioni tipiche. Segnala che vi sono associazioni della terraferma che vorrebbero partecipare all’iniziativa.
Andrea Barina – Arci Luigi Nono Giudecca. Informa che già viene realizzato un Festival con varie performance. È necessario fare rete, far conoscere le cose che si fanno, ha la sensazione che ci sia una “cupola” che decide le cose da fare. Invita a far partecipare tutte le duemila associazioni già presenti sul territorio.
Stefania Bragato – Metabolen. Sostiene che è importante che vi sia una cabina di regia per una mappatura del territorio, un punto virtuale di aggregazione; vi è molta produzione di qualità, ma isolati si ha meno forza per dialogare con le istituzioni.
Guia Varotto. Si domanda come può venire informato il cittadino; va ascoltato ciò che l’utenza richiede, anche se la si deve un po’ “educare”.
Maria Teresa Sega. Informa che il Festival delle arti della Giudecca è un’esplosione di creatività, ma poco noto. Vanno costruite delle relazioni reali. Si tiene a settembre e pertanto propone che il Festival della cultura vada fatto in altro periodo e in luoghi decentrati.
Guido Sattin. Ribadisce l’importanza di creare una rete per essere più incisivi, e sottolinea che non ci sono “cupole”, ma semplici cittadini con un intento comune.
Maria Teresa Menotto – Granello di Senape. Sottolinea l’occasione offerta di lavorare insieme, è necessaria un’organizzazione per costruire efficacemente, vanno resi consapevoli gli altri della nostra consapevolezza.
Cino Casson invita a darsi altri appuntamenti per entrare di più in merito. La parola Patto è stata usata per dare il senso di una convergenza comune. Invita a lasciare da parte la questione Venezia/Mestre e ogni associazione che vuole aderire sarà ben accetta.
Ci si deve dimostrare cittadinanza attiva, capace di costruire infrastrutture per essere più direttamente alle spalle della politica, consapevoli che è possibile un maggior grado di protagonismo dei cittadini. Va costruita l’essenza del luogo, lo spazio interno comune, il senso di partecipare a un progetto comune.
Operativamente ci si darà a breve un altro appuntamento, si prende l’impegno di ritrovarsi entro un mese con un progetto preciso da valutare. In tale occasione ogni associazione dirà come intende partecipare al Festival. Si può anche pensare a una vetrina delle associazioni nell’ambito del Festival.
Le associazioni aderenti sono invitate a far pervenire idee e proposte.


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